GNOME: dall’IA una pioggia di nuovi materiali (forse)

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Due milioni e duecentomila nuovi comporti minerali, tutti insieme, di cui quasi quattrocentomila abbastanza stabili da destare interesse, contro poco meno di cinquantamila conosciuti finora. Questa improvvisa messe di nuovi papabili materiali è dovuta a Gnome, l’ultimo sviluppo di GoogleDeepMind: un sistema di intelligenza artificiale capace di assemblare virtualmente atomi nelle composizioni più svariate e testarne la capacità di dare origine a nuovi composti molecolari. Lo studio, descritto in un paio di pubblicazioni su Nature, sta facendo discutere la comunità scientifica, dove non mancano né l’entusiasmo né lo scetticismo. Ce lo racconta Elisa Molinari, Istituto Nanoscienze del Cnr e Università di Modena, Coordinatrice del centro europeo (MaX).