Spagna, la terza volta di Sánchez tra polemiche e legge di amnistia - di Mario Magarò

Reportage



Rieletto a maggioranza assoluta, Pedro Sánchez continuerà ad occupare il suo posto alla Moncloa grazie alla fiducia accordatagli da una, politicamente, variegata coalizione di governo. Una conferma che sembrava lontana dopo la debacle del Partito socialista alle ultime elezioni comunali e regionali e la successiva vittoria dei popolari alle elezioni generali. La mancata investitura di Feijóo, leader del Partito popolare, ha però offerto una nuova chance a Sánchez, obbligato a cercare, in primis, l’appoggio degli indipendentisti catalani per ottenere la riconferma. Un accordo che ha visto i socialisti venire incontro a diverse richieste della controparte, prima fra tutte la concessione di una legge di amnistia per azzerare le pendenze processuali e giudiziarie dei protagonisti della sfida indipendentista lanciata dalla Catalogna, tra cui l’ex presidente catalano Carles Puigdemont e diversi ex membri del suo Governo. Una decisione duramente criticata dall’opposizione, che ha chiamato ripetutamente a raccolta il proprio elettorato in piazza per protestare contro gli accordi di partito che hanno reso possibile la rielezione di Sánchez, il cui futuro alla guida della Spagna si prospetta come un complicato esercizio di equilibrismo politico.