Eolico e fotovoltaico, la battaglia della Tuscia tra energia e paesaggio - di Teresa Trillò

Reportage



“È invasione selvaggia e non coordinata, non solo a Tuscania ma in tutta la Tuscia”. Duecento pale eoliche alte più di 200 metri, impianti fotovoltaici e agrovoltaici preoccupano il sindaco di Tuscania, Fabio Bartolacci. Progetti che allarmano anche gli agricoltori: “nella provincia di Viterbo si concentra oltre il 70% della produzione di energia alternativa complessiva prevista per la Regione Lazio , dice il presidente di Confagricoltura Viterbo e Rieti, Remo Parenti. Il fotovoltaico “coprirà 6/7mila ettari di terreni agricoli, così sono a rischio molti prodotti dop e igp”, aggiunge la direttrice di Coldiretti Lazio e Viterbo, Sara Paraluppi. Norme regionali e nazionali dettano le regole, arricchite dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede una procedura per le autorizzazioni gestita direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Non mancano contenziosi e ricorsi al Tar. Lo sviluppo delle energie alternative va pianificato, dicono la Sovrintendenza della Provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale, agricoltori, amministratori locali e associazioni. “Bisogna definire le aree idonee e non idonee altrimenti è il Far West”, rileva Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra.