Apple academy: sviluppare il talento per il territorio - di Laura Viggiano
Reportage
Nove anni sono un tempo non troppo lungo ma neanche troppo breve per capire se un investimento ‘sul futuro’ ha dato i frutti sperati. Il caso della Apple developer academy di Napoli, nata nel 2016, dalla partnership tra l’azienda di Cupertino e l’Università Federico II, è stato definito una best practice e per sostenerne le potenzialità di sviluppo sono stati utilizzati anche fondi europei. Il progetto ha catalizzato risorse regionali provenienti dal fondo Fse per la realizzazione della sede che rientra nel polo universitario federiciano insediato nell’area ex Cirio e continua a beneficiarne con borse di studio che di fatto sono indennità di frequenza destinate agli studenti che provengono da tutto il mondo.Dal 2016 ad oggi, hanno completato la Apple developer academy circa 2500 studenti dei quali 1800 sono campani. Il 58% degli studenti è anche studente universitario. Tra chi scegle di lavorare dopo il percorso formativo il 66% trova una posizione lavorativa e il 9% diventa un imprenditore o un freelance. Per capire cosa è cambiato concretamente, abbiamo ascoltato le esperienze di ex studenti ed ex studentesse; le voci di chi oggi sta creando nuove app alla ricerca di soluzioni che possano avere un impatto positivo in termini di miglioramento della qualità della vita.Il direttore scientifico della Apple Developer Academy, Giorgio Ventre, e l’assessora all’innovazione e alle Startup della regione Campania, Valeria Fascione, hanno seguito sin dall’inizio l’evoluzione del progetto che negli anni è andato oltre il classico percorso di formazione per chi sviluppa app, ha attratto talenti dall’estero e dal resto d’Italia, che spesso hanno scelto di restare in Campania. Uno scambio culturale determinante anche in termini di trasformazione urbana. Da ex zona industriale, a quartiere degradato, oggi San Giovanni a Teduccio, almeno nella zona intorno al polo universitario sembra vivere un lento ma costante processo di riqualificazione.